lunedì 26 settembre 2011

L'Italia e lo sviluppo

Emergo semi-sconfitta dall'ennesima puntata del meraviglioso programma di Iacona, Presa Diretta. Il tema di oggi era davvero significativo: IL POPOLO.
I primi 2 minuti si parlava di finanza, e già volevo alzarmi dal divano e migrare verso il letto. E invece poi, si sono aperte le porte sulla Campania.

Il Popolo... Il Popolo, con la P grande, è quello di migliaia di persone, padri di famiglia soprattutto, che si alzano la mattina alle 5 e vanno a fare i muratori, per 30 euro al giorno, in nero, senza un briciolo di contributi, e sperando ogni giorno di poter lavorare, perchè neanche quello è sicuro.
Il Popolo, sono le giovani donne, di 30-35 anni, rimaste incinte senza sapere neanche bene come a 15-16 anni, che ora si ritrovano con più di 3 figli da sfamare, e che vivono una vita grama, non hanno potuto studiare, non lavorano, non sanno nulla del mondo se non di quello che riguarda il loro quartiere. Depresse, molto spesso sono ricoverate in centri di igiene mentale o prendono psicofarmaci.
Il Popolo, sono le maestre che nelle scuole, con 27-28 iscritti per classe e solo mezza dozzina di frequentanti, comprano di tasca propria il materiale per la scuola: quaderni, penne, cartelloni, tutto. Perchè, dicono, "l'importante sono loro (i bambini)".
Ma il Popolo, sono anche quelle persone che in Germania sono state in grado di ristrutturare delle fabbriche smantellate e di farci oltre 200 musei e centri culturali, commerciali, turistici, dando lavoro a molte più persone di quante ne lavorassero in fabbrica.
Invece, il Popolo, NON sono quelli che smantellano le fabbriche in Italia promettendo grandi parchi, e poi lasciano tutto abbandonato per decine di anni. NON sono quelli che, per risanare il debito pubblico, incidono sui consumi aumentando l'aliquota IVA al 21% senza invece andare a colpire evasori e mafia, perchè sono amici loro. NON sono i nostri politici ultramilionari e nullafacenti.

Mi chiedo: e dove si collocano quelli che se ne sono andati e non vogliono tornare? Hanno intervistato più di un italiano che vive in Germania, e che ha dichiarato di non voler tornare in Italia se non per visita. Non è giusto, ma come biasimarli?

Anch'io sono andata via. Sono fuggita da un posto sempre più in mano a quella che chiamano "la quinta mafia", una specie di figlia della camorra che sta costruendo il suo impero nel basso Lazio. Quello che vivo qui ogni giorno, le cose meravigliose che mi sta dando questa terra, non le avrei giù. Avrei molto altro, è vero.

Ma è difficile. Molto difficile.

Tuttavia, al di là delle mie scelte personali, mi consola vedere e pensare che ci sono anche tante belle realtà nel nostro amato Mezzogiorno. Tante belle iniziative, tante idee, tanta gente MOOOOLTO in gamba. E allora, mi chiedo, come è possibile che ancora non abbiamo sconfitto questa "struttura" (mafie+politici+...) che ci sta distruggendo? Perchè non ce la facciamo? Da cosa dipende?
Non voglio risolvere ora nè disquisire qui la questione meridionale. Non ne sarei assolutamente capace. Ma sarebbe davvero bello se tutti si impegnassero, come in Germania, affinchè Nord e Sud Italia siano alla pari, affinchè ciò che c'è di buono (e ce n'è molto) venga sempre più fuori con tutta la sua forza, energia, i suoi colori, i suoi profumi, la sua voglia di dire basta e di ricominciare.

NB: la prossima puntata sarà sui precari... Non so se avrò il coraggio di vederla, somatizzo troppo quello che mi succede intorno e potrei rischiare il colpo di grazia. Ma tanto lo so che alla fine me la vedrò e piangerò fiumi di lacrime, come sempre, maledicendo e benedicendo la mia terra.

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