giovedì 19 maggio 2011

Acciaio (recensione)



Più che una recensione, direi che quello che vorrei descrivere sono le sensazioni lasciate e i pensieri generati.
La storia alla base riguarda due bambine cresciute insieme a Piombino, dove domina un'acciaieria che oscura il paese e rende la vicinissima isola d'Elba un sogno proibito di fuga e vita. Le bambine crescono, prendono strade diverse, ma resta tra loro un legame fortissimo che caratterizzerà tutto il racconto. Ed intorno a loro mille altre storie, fondamentalmente viste dalla prospettiva di adolescenti e giovani che scoprono la vita, il sesso, l'amore, il lavoro.
Una visione superficiale del libro mi farebbe dire che si tratta di un racconto per adolescenti, e punto. Ebbene, si tratta di un racconto per adolescenti, ma la sensazione che mi ha lasciato è proprio legata a questo fatto. E' scritto in modo tale da farti tornare indietro con le emozioni, e ti fa rivivere quelle che avevi quando fumavi le prime sigarette e giravi con il motorino degli amici, e che a trent'anni pensi di aver sepolto in qualche remoto cassetto della mente. E invece sono li, pronte ad esplodere da un momento all'altro, a farti agitare e battere il cuore, proprio come quando avevi 14 anni.
Ed è veramente bello, di tanto in tanto, ritirarle fuori quelle sensazioni, e farsi un pò travolgere, e sentire il cuore che è ancora in grado di sobbalzare per una sciocchezza. L'importante è ricordarsi che però gli anni non sono 14 ma più del doppio, che la vita che fino ad ora si è vissuta è più di quella vissuta a quell'età, con altre esperienze e altro bagaglio accumulato. E con responsabilità diverse, nei confronti di sè stessi e delle persone che ci sono accanto.

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