Inside job

Ogni volta che scrivo un post su questo blog, è, come dice il mio amatissimo Eddie Vedder, un "inside job". Forse perchè questo blog è un pò diverso dagli altri: la maggior parte, infatti, viene creata per essere pubblica, per raccontare qualcosa che vogliamo gli altri leggano. Il mio, al contrario, è quasi un "diario intimo", un modo per fare un "lavoro interiore", di tanto in tanto... Certo, metterlo in rete vuol dire dare la possibilità agli altri di leggere, ma forse questa cosa non mi spiace neanche così tanto, soprattutto per certi post. Comunque, sono abbastanza sicura che le persone che lo leggono si possono contare... no, le punte delle dita sono troppe... diciamo... le punte delle orecchie, quindi un paio al massimo.
Detto ciò, oggi mi sono arrivati segnali di riflessione da ogni dove. Primo fra tutti, la canzone "Society" del già citato e amato Eddie. Colonna sonora di un film magistrale e di una storia incredibile, mi ha fatto riflettere sulla solitudine. Ci sono dei momenti della vita, come per me questo, in cui ci sarebbe davvero bisogno di andare via. Bastano 2, 3 giorni, senza telefono, senza pc, senza tv. Al massimo un paio di libri, giusto per alternare. E se stessi. Essere in compagnia solo di noi stessi non è facile, anzi. E' la cosa più difficile. Per questo cerchiamo sempre gli amici, un/a compagno/a, la famiglia. Chi è capace a stare da solo? Io no. Mai.
Male. Molto male.
Bisogna essere in grado di stare benissimo con se stessi per poter stare bene con gli altri semplicemente perchè ci piace quell'altra persona, e non solo perchè ci sentiamo soli.
Necessaria partenza. Necessario luogo isolato, nella natura, in solitudine. Necessario ritrovare me stessa e riacchiappare il mio spirito che se ne svolazza qua e la, alla ricerca di un appiglio, qualunque esso sia.

Society - Eddie Vedder